Il Superammortamento 2026 segna un ritorno deciso agli incentivi fiscali “automatici”, dopo anni di crediti d’imposta complessi, plafond, click day e incertezze interpretative.
La nuova misura – che di fatto sostituisce Industria / Transizione 5.0 – punta a rilanciare gli investimenti produttivi con un meccanismo più semplice, stabile e leggibile per le imprese.
Ma c’è un punto chiave che sta generando molte domande: è possibile ordinare (e pagare) nel 2025 e beneficiare comunque del Superammortamento 2026?
La risposta, se impostata correttamente, è sì.
Vediamo perché.
Cos’è il Superammortamento 2026 (in sintesi)
Il Superammortamento 2026 consente una maggiorazione fiscale del costo dei beni strumentali nuovi, con aliquote differenziate per scaglioni di investimento.
Aliquote base
- 180% fino a 2,5 milioni di euro
- 100% da 2,5 a 10 milioni
- 50% da 10 a 20 milioni
Aliquote “green” (efficienza energetica)
Per investimenti che comportano un miglioramento misurabile delle prestazioni energetiche:
- 220% fino a 2,5 milioni
- 140% da 2,5 a 10 milioni
- 90% da 10 a 20 milioni
È la linea più interessante per le imprese manifatturiere e per chi ha già esperienza con interventi di efficientamento: stessa logica, ma con un incentivo fiscale molto più potente.
Ordine nel 2025, beneficio nel 2026: cosa conta davvero
Uno degli equivoci più frequenti riguarda il momento dell’investimento.
Nel Superammortamento 2026 non conta l’anno dell’ordine, né quello del pagamento.
Conta l’anno di effettuazione dell’investimento, che per i beni materiali e immateriali coincide con:
la consegna o la messa a disposizione del bene
Questo significa che:
- l’ordine può essere effettuato nel 2025
- il pagamento può avvenire nel 2025 (anche come acconto o saldo)
- la consegna / attivazione nel 2026 è ciò che abilita il beneficio
È un principio fiscale consolidato (art. 109 TUIR), che torna centrale con il Superammortamento.
Perché la “prenotazione” non blocca il Superammortamento 2026
Molti associano automaticamente l’ordine 2025 al credito d’imposta 4.0 e temono di “bruciarsi” il Superammortamento.
In realtà, la normativa distingue chiaramente tra:
- prenotazione (ordine + eventuale acconto)
- beneficio fiscale effettivo
Il Superammortamento 2026 non esclude gli investimenti solo perché ordinati nel 2025, ma solo quelli che hanno effettivamente beneficiato di un altro incentivo incompatibile.
In altre parole:
- se il credito precedente non viene perfezionato
- se non si arriva all’effettiva fruizione del beneficio
👉 non c’è alcuna preclusione
Questo è particolarmente rilevante per:
- investimenti programmati
- software e soluzioni digitali
- beni consegnabili nel 2026 ma pianificati oggi
Un incentivo più semplice (e più leggibile) per le imprese
Rispetto ai crediti d’imposta degli ultimi anni, il Superammortamento 2026 presenta alcuni vantaggi strutturali:
- niente click day
- niente plafond da esaurire
- niente attese per l’accredito
- beneficio certo, calcolabile ex ante
- integrazione naturale con progetti di efficientamento energetico
Per questo motivo il 2025 diventa l’anno giusto per pianificare, strutturare gli investimenti e arrivare pronti al 2026 con progetti già definiti.
Perché ha senso parlarne ora
Chi aspetta il 2026 rischia di:
- subire colli di bottiglia sulle consegne
- perdere potere negoziale sui fornitori
- non strutturare correttamente la componente “green”
Chi pianifica ora, invece:
- può ordinare con calma
- può negoziare tempi e condizioni
- può progettare l’efficientamento in modo misurabile e difendibile
In conclusione
Il Superammortamento 2026 non è solo un incentivo fiscale, ma uno strumento di pianificazione industriale.
Capirne per tempo il funzionamento consente di trasformare un investimento già necessario in un vantaggio fiscale rilevante.
L’elemento chiave non è quando firmi l’ordine, ma quando il bene entra davvero in funzione.






