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  • Cos’è il Super-ammortamento 2026 e come sostituisce Industria 5.0

    Il Superammortamento 2026 è la nuova agevolazione fiscale per le imprese prevista nella Legge di Bilancio 2026, destinata a sostituire i piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0.
    Il suo obiettivo è sostenere gli investimenti in beni strumentali, tecnologie digitali e processi di efficienza energetica.

    A differenza dei precedenti crediti d’imposta 4.0 e 5.0, il Superammortamento non genera un credito compensabile in F24, ma una maggiorazione delle quote di ammortamento deducibili ai fini IRES e IRAP.
    In sostanza, l’impresa deduce di più e paga meno tasse, migliorando la liquidità e il cash flow.


    ⚙️ Come funziona il Superammortamento 2026

    L’incentivo è riconosciuto per gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi realizzati tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2026, con consegna ammessa fino al 30 giugno 2027, se entro fine 2026 è stato versato un acconto pari almeno al 20 %.

    Aliquote base (ex Transizione 4.0)

    • 180 % per investimenti fino a 2,5 milioni €
    • 100 % tra 2,5 e 10 milioni €
    • 50 % tra 10 e 20 milioni €

    Queste maggiorazioni equivalgono, considerando un’IRES al 24 %, a un risparmio fiscale fino al 43,2 %.


    🌱 Aliquote potenziate “green” (ex Transizione 5.0)

    Le imprese che realizzano investimenti in grado di ridurre i consumi energetici del 3 % sull’intera struttura produttiva o del 5 % sui processi interessati potranno accedere alle aliquote maggiorate:

    • 220 % fino a 2,5 milioni €
    • 140 % tra 2,5 e 10 milioni €
    • 90 % tra 10 e 20 milioni €

    Il beneficio fiscale, in termini di deduzione, può raggiungere un risparmio effettivo del 52,8 %.
    Inoltre, si applicano semplificazioni automatiche per chi sostituisce beni completamente ammortizzati da oltre 24 mesi o realizza il progetto tramite una ESCo con contratto EPC.


    ☀️ Beni ammessi e investimenti agevolabili

    Il Superammortamento 2026 copre un’ampia gamma di beni strumentali funzionali alla digitalizzazione e alla sostenibilità:

    • macchinari e impianti interconnessi (beni 4.0);
    • software e piattaforme di automazione industriale;
    • sistemi di controllo remoto e intelligenza artificiale;
    • impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo, tecnologie per l’autoconsumo energetico aziendale;
    • beni destinati alla produzione di energia rinnovabile (FER).

    Questa estensione riunisce in un unico schema i vantaggi di Industria 4.0 e Transizione 5.0, rendendo l’incentivo più ampio e flessibile.


    💰 Vantaggi fiscali su IRES e IRAP

    Il Superammortamento 2026 produce un effetto immediato sui bilanci.
    Le maggiori quote di ammortamento riducono la base imponibile per:

    • IRES (24 %), con deduzioni extra sul reddito d’impresa;
    • IRAP (3,9 %), grazie alla deduzione aggiuntiva sul valore della produzione netta.
    💡 Esempio pratico:
    Un investimento da 1 milione € con maggiorazione 180 % consente di dedurre 1,8 milioni € nel tempo, generando un risparmio fiscale complessivo superiore a 430 000 €.

    🧮 Superammortamento vs Transizione 5.0

    AspettoTransizione 4.0 / 5.0Superammortamento 2026
    Tipo incentivoCredito d’impostaMaggiorazione ammortamento
    Recupero fiscaleCompensazione F24Deduzione IRES / IRAP
    Durata2024 – 2025Solo 2026 (possibile proroga)
    GestioneGSE + MIMITGSE
    FocusDigitale + EnergiaDigitale + Green
    Beneficio max≈ 45 %≈ 52,8 % equivalente

    Rispetto alla Transizione 5.0, il nuovo sistema elimina la fase di rimborso e semplifica la gestione contabile, rendendo l’agevolazione più immediata e accessibile anche alle PMI.


    🧩 Gestione, controlli e decreto attuativo

    Il software sinottico SYNX di GV Consulting SRL consente di monitorare i consumi energetici nelle fasi di **prelettura, ex-ante ed ex-post** dell'analisi di efficientamento 5.0.

    Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sarà il soggetto incaricato di:

    • gestire la piattaforma online per le richieste;
    • verificare le certificazioni di risparmio energetico;
    • controllare la corretta applicazione della maggiorazione.

    Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, un decreto MIMIT–MEF–MASE definirà:

    1. I criteri tecnici di calcolo degli obiettivi di transizione ecologica;
    2. I limiti massimi di costo per impianti FER (€/kW) e sistemi di storage (€/kWh);
    3. Le modalità di trasmissione di comunicazioni e certificazioni digitali.

    ⏳ Durata e possibile “proroga 5.0”

    Il Superammortamento 2026, in base alla bozza attuale, vale solo per gli investimenti 2026.
    L’obiettivo sarebbe assicurare continuità agli incentivi industriali e integrare la misura con i programmi europei PNIEC e PNRR green.

    Le associazioni di categoria chiedono una stabilizzazione pluriennale per dare certezza agli investitori e favorire la pianificazione industriale a lungo termine.


    📊 Impatto economico atteso

    Secondo le stime MIMIT, il Superammortamento 2026 potrebbe:

    • mobilitare oltre 25 miliardi € di nuovi investimenti privati;
    • generare una riduzione media del 10 % dei costi energetici industriali;
    • contribuire al raggiungimento dei target UE di neutralità climatica 2035.

    L’effetto combinato di deduzione IRES + IRAP e investimenti green renderà il piano più sostenibile e competitivo rispetto ai precedenti incentivi.


    📋 Requisiti principali per accedere all’agevolazione

    Per beneficiare del Superammortamento 2026, le imprese devono:

    1. Essere titolari di reddito d’impresa e in regola con sicurezza e contributi;
    2. Effettuare investimenti nuovi e interconnessi;
    3. Dimostrare il raggiungimento dell’obiettivo energetico (3 % / 5 %);
    4. Trasmettere le comunicazioni e le certificazioni tramite la piattaforma GSE;
    5. Conservare la documentazione tecnica per eventuali controlli.

    Sono escluse le aziende in liquidazione, fallimento o con sanzioni 231.


    🧠 In sintesi

    Il Superammortamento 2026 segna l’inizio di una nuova fase per l’Industria 5.0 italiana.
    Non è più un credito d’imposta, ma una deduzione potenziata che premia innovazione, digitalizzazione e sostenibilità.
    Con aliquote fino al 220 %, rappresenta l’occasione ideale per pianificare gli investimenti industriali 2026 e ridurre in modo significativo la pressione fiscale.

    📅 Suggerimento pratico: le imprese dovrebbero già nel 2025 predisporre piani di investimento e analisi energetiche per sfruttare al massimo la finestra 2026.


    FAQ

    Che cos’è il Superammortamento 2026?

    Il Superammortamento 2026 è una nuova agevolazione fiscale introdotta dalla Legge di Bilancio 2026 che consente alle imprese di maggiorare il costo deducibile dei beni strumentali nuovi. Sostituisce i precedenti piani Transizione 4.0 e 5.0 e premia gli investimenti in innovazione digitale e sostenibilità energetica.

    Quali sono le aliquote previste?

    Le aliquote di base del Superammortamento 2026 sono del 180%, 100% e 50% a seconda del valore dell’investimento. Se l’azienda raggiunge obiettivi di efficientamento energetico del 3% o del 5%, le aliquote salgono rispettivamente al 220%, 140% e 90%.

    Chi può accedere al Superammortamento 2026?

    Possono accedere tutte le imprese residenti in Italia, titolari di reddito d’impresa e in regola con i versamenti contributivi e le norme sulla sicurezza sul lavoro. Sono esclusi i soggetti in liquidazione, fallimento o con sanzioni interdittive.

    Quali beni sono ammessi all’agevolazione?

    Sono agevolabili i beni materiali e immateriali nuovi, inclusi macchinari interconnessi, software gestionali, robot collaborativi, impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

    In cosa si differenzia dal credito d’imposta Transizione 5.0?

    Il Superammortamento 2026 non è un credito d’imposta da compensare, ma una deduzione fiscale diretta. Ciò significa che l’impresa deduce una quota maggiore ai fini IRES e IRAP, ottenendo un risparmio immediato in bilancio.

    È prevista una proroga per il Superammortamento o per la Transizione 5.0?

    Al momento il Superammortamento è previsto solo per il 2026. L’estensione dipenderà dalle risorse di bilancio e dall’approvazione del decreto attuativo del MIMIT.

    Come funziona il risparmio fiscale su IRES e IRAP?

    Il vantaggio fiscale si traduce in una maggiore deduzione dal reddito imponibile. Con una maggiorazione del 180%, il beneficio effettivo sull’IRES è circa del 43,2%, mentre con il 220% può superare il 52% del valore dell’investimento.

    Quando entra in vigore il Superammortamento 2026?

    L’incentivo sarà attivo per tutti gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, con possibilità di completamento entro il 30 giugno 2027, a condizione che sia stato versato almeno il 20% di acconto entro la fine del 2026.


    🔗 Link utili


  • Cos’è l’Iperammortamento 2026 e cosa sostituisce

    Con la Legge di Bilancio 2026 il Governo introduce il nuovo iperammortamento, che sostituirà definitivamente i piani Transizione 4.0 e 5.0.
    Si tratta di una maggiorazione del costo fiscale dei beni strumentali utilizzata per calcolare quote di ammortamento più alte, riducendo così l’imponibile ai fini IRES e IRAP.

    👉 In pratica, l’impresa potrà dedurre più velocemente una quota maggiore del valore del bene, ottenendo un risparmio fiscale diretto in bilancio.

    A differenza del piano 4.0 e 5.0, non si tratta più di un credito d’imposta, ma di una maggiorazione dell’ammortamento che incide direttamente sull’utile imponibile.


    ⚙️ Come funziona l’Iperammortamento 2026

    Secondo la bozza dell’articolo 95 della Legge di Bilancio 2026, l’incentivo è riservato a tutte le imprese che effettuano investimenti in beni materiali o immateriali nuovi tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026, con possibilità di consegna entro il 30 giugno 2027, previo acconto del 20%.

    Le aliquote di base, per gli investimenti che rispettano i requisiti “ex Transizione 4.0”, sono:

    • 🟢 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
    • 🟡 100% tra 2,5 e 10 milioni di euro
    • 🔵 50% tra 10 e 20 milioni di euro

    Per chi invece raggiunge obiettivi di efficientamento energetico, cioè gli ex requisiti “Transizione 5.0” (che non sono più a scaglioni, ma richiedono un minimo del 5% di efficientamento), la maggiorazione sale fino a:

    • 🌱 220% fino a 2,5 milioni di euro
    • ⚙️ 140% tra 2,5 e 10 milioni
    • 🔋 90% tra 10 e 20 milioni

    🌍 Requisiti “green”: cosa rientra nella fascia 220%

    Per accedere alle aliquote maggiorate, l’impresa deve ottenere:

    • un risparmio energetico minimo del 3% sull’intero sito produttivo, oppure
    • un risparmio del 5% sui processi produttivi interessati.

    Sono ammessi anche investimenti in fotovoltaico, sistemi di accumulo e impianti FER destinati all’autoconsumo aziendale.
    Rientrano inoltre i progetti realizzati con ESCo (Energy Service Company) mediante contratti EPC, già utilizzati nel piano Transizione 5.0.


    💰 Impatto fiscale su IRES e IRAP

    L’iperammortamento agisce sull’ammortamento contabile e fiscale, aumentando le deduzioni:

    • per IRES (24%) → vantaggio fino al +43,2% per la fascia 180% (o fino al 52,8% per il 220),
    • per IRAP (3,9%) → ulteriore risparmio sul valore della produzione netta.

    Questo consente un risparmio immediato in bilancio e riduce la tassazione effettiva sull’utile d’esercizio, migliorando il cash flow aziendale.


    🔄 Differenze con Transizione 4.0 e 5.0

    AspettoTransizione 4.0 / 5.0Iperammortamento 2026
    Tipo incentivoCredito d’impostaMaggiorazione dell’ammortamento
    Recupero fiscaleIn compensazione F24In deduzione diretta da IRES/IRAP
    Durata2024–2025Solo 2026 (proroga possibile)
    GestioneGSE e MIMITGSE
    FocusDigitalizzazione + EnergiaDigitalizzazione + Efficienza Energetica
    Benefici massimiFino al 45%Fino al 52,8% (equivalente fiscale)

    🧩 Chi gestisce la misura

    Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sarà nuovamente il soggetto incaricato di:

    • gestire la piattaforma per le comunicazioni;
    • ricevere le certificazioni sugli investimenti;
    • verificare i requisiti tecnici ed energetici.

    È previsto un decreto attuativo del MIMIT (in concerto con MEF e MASE) che definirà nel dettaglio modalità, limiti di spesa e documentazione richiesta.


    ⏳ Durata e proroga

    Ad oggi, l’iperammortamento 2026 ha validità limitata a un solo anno fiscale (investimenti 2026, consegna fino a giugno 2027).


    🧠 In sintesi

    Il nuovo iperammortamento rappresenta l’evoluzione naturale di Industria 5.0, ma con una struttura fiscale più semplice e diretta.
    Non è più un credito d’imposta, bensì una deduzione potenziata sugli ammortamenti, che premia chi investe in:

    • tecnologie 4.0 interconnesse,
    • macchinari efficienti,
    • energie rinnovabili e progetti di sostenibilità.

    Siamo comunque dell’idea (ad oggi, 23 ottobre 2025) che se:

    • Macchina in consegna entro il 31/12/2025 -> Meglio T5.0
    • Macchina consegna DOPO 31/12/2025 ma necessità di Credito d’Imposta -> Meglio T4.0
    • Macchina consegna DOPO 31/12/2025 -> Meglio Iperammortamento 2026

  • Il Governo ha ufficialmente inserito nella Legge di Bilancio 2026 il nuovo iperammortamento, la misura che sostituirà i piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0.
    Il nuovo schema premia le imprese che investono in beni strumentali digitali e green, con una maggiorazione fino al 220% per chi raggiunge obiettivi di efficientamento energetico.

    Secondo la bozza dell’articolo 95 della legge, si tratta di un incentivo fiscale automatico, gestito dal GSE, destinato alle imprese che effettuano investimenti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026, con possibilità di completamento entro il 30 giugno 2027.


    ⚙️ Le nuove aliquote dell’iperammortamento 2026

    Le aliquote base per i beni strumentali 4.0 sono:

    • 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
    • 100% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro
    • 50% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro

    👉 Con un’IRES al 24%, si traduce in un vantaggio fiscale fino al 43,2% per la fascia più bassa.


    🌱 Maggiorazioni per investimenti green

    Le imprese che, grazie ai nuovi beni, ottengono una riduzione dei consumi energetici almeno del 3% sull’intera struttura produttiva o del 5% sul processo interessato, accederanno a maggiorazioni ancora più alte:

    • 220% fino a 2,5 milioni di euro
    • 140% tra 2,5 e 10 milioni
    • 90% tra 10 e 20 milioni

    📊 In termini fiscali, il beneficio arriva fino al 52,8% del costo dell’investimento.


    ☀️ Incentivi anche per fotovoltaico e FER

    Grande novità: il nuovo iperammortamento include anche i beni strumentali per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinate all’autoconsumo — compresi pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo.
    Gli impianti dovranno essere conformi ai moduli fotovoltaici previsti dal DL 181/2023 e integrati nel ciclo produttivo aziendale.


    🧾 Semplificazioni e cumuli

    Come nel piano 5.0, sono confermate alcune semplificazioni chiave:

    • Efficientamento presunto se si sostituiscono beni obsoleti (ammortati da oltre 24 mesi);
    • Accesso facilitato per progetti realizzati tramite ESCo con contratti EPC.

    L’incentivo è cumulabile con altre agevolazioni nazionali o europee, purché non coprano le stesse spese ammissibili.


    🕒 Durata limitata: solo per il 2026

    La misura vale solo per gli investimenti effettuati nel 2026, con consegna ammessa entro il 30 giugno 2027 (previo acconto del 20%).
    Molte imprese e associazioni chiedono già una proroga triennale, ma per ora il piano resta annualizzato.


    🧩 Gestione e controlli affidati al GSE

    Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sarà l’ente incaricato di:

    • gestire la piattaforma digitale di domanda;
    • ricevere certificazioni e comunicazioni degli investimenti;
    • effettuare i controlli e la verifica dei requisiti.

    Il decreto attuativo MIMIT-MEF-MASE, atteso entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, definirà le modalità tecniche e i limiti di spesa ammissibili (€/kW per FER e €/kWh per accumuli).


    🧠 Conclusione

    Il nuovo iperammortamento 2026 segna la fine ufficiale della Transizione 4.0 e 5.0, ma ne eredita la logica: digitalizzazione e sostenibilità.
    Con incentivi fino al 220%, includendo anche i pannelli fotovoltaici e i beni green, si profila come la misura più potente per gli investimenti industriali del prossimo anno.


  • Industria 5.0: il DPB 2026 non ne parla. La misura non sarà prorogata

    Il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) 2026, approvato dal Consiglio dei Ministri il 14 ottobre 2025 e presentato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non contiene alcun riferimento al Piano Transizione o Industria 5.0.

    Nelle 30 pagine del testo, si parla di innovazione, ricerca e digitalizzazione, ma solo in chiave di rafforzamento del collegamento tra imprese e università (brevetti, centri di trasferimento tecnologico, intelligenza artificiale, semiconduttori).
    Nessuna menzione invece al credito d’imposta per l’efficienza energetica e la digitalizzazione industriale introdotto nel 2024 con il Piano Transizione 5.0.


    Cosa prevede invece il DPB 2026

    Il documento dedica ampio spazio a temi come:

    • FER-X e Conto Termico 3.0, nuovi meccanismi per la produzione da fonti rinnovabili;
    • Comunità energetiche e mobilità elettrica, con incentivi per colonnine e veicoli a zero emissioni;
    • Legge sull’intelligenza artificiale e strategia nazionale per le tecnologie quantistiche;
    • Fondo nazionale semiconduttori e nuove figure di ricerca universitaria.

    Si tratta di politiche di continuità con l’attuale Transizione 4.0, ma non di una nuova fase “5.0”.
    L’attenzione si sposta dall’incentivo diretto alle imprese verso strumenti più strutturali, di natura fiscale e industriale, legati alla ricerca pubblica e alla collaborazione università-impresa.

    [SCARICA QUI IL DOCUMENTO UFFICIALE]


    Fine della Transizione 5.0: nessuna proroga nel 2026

    Il credito d’imposta Transizione 5.0, introdotto nel 2024 per sostenere investimenti in risparmio energetico e digitalizzazione, scadrà il 31 dicembre 2025.
    Nel DPB 2026 non è prevista alcuna proroga né rifinanziamento della misura.
    Le aziende avranno tempo fino al 28 febbraio 2026 solo per comunicare al GSE la conclusione dei lavori già avviati.

    Nonostante le richieste delle associazioni di categoria, la manovra 2026 non rinnova l’incentivo, probabilmente per vincoli di bilancio e per la volontà di spostare le risorse verso programmi europei di innovazione e transizione energetica.


    Cosa potrebbe succedere dopo

    Il Governo potrebbe in futuro introdurre una nuova versione del piano industriale — magari con una denominazione diversa — ma, ad oggi, Industria 5.0 risulta terminata.
    Le imprese dovranno quindi puntare su altri strumenti:

    • incentivi PNRR e PIA regionali,
    • FER-X, Conto Termico 3.0,
    • e fondi per ricerca e sviluppo gestiti da MIMIT e MASE.

    Conclusione

    Il DPB 2026 segna la fine del Piano Transizione 5.0 come lo conoscevamo.
    L’attenzione del Governo si sposta su ricerca, università e nuove tecnologie, ma scompare il credito d’imposta per la transizione energetica e digitale delle imprese.

    In altre parole, l’era dell’Industria 5.0 si chiude qui, almeno per ora.