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  • Referendum 8–9 giugno 2025: affluenza, risultati e impatto per l’industria

    📌 Affluenza al voto Referendum 2025: aggiornamento in tempo reale

    Il weekend dell’8 e 9 giugno 2025 si è votato per un importante referendum abrogativo su temi che toccano ambiente, energia e incentivi industriali. Si tratta di quesiti che interessano da vicino il mondo produttivo, in particolare per chi opera nel manifatturiero, nei servizi energetici e nella transizione ecologica.

    L’affluenza alle urne è stata monitorata in tempo reale dal Ministero dell’Interno tramite la piattaforma Eligendo.

    🕓 Orari seggi: fino a che ora si è votato?

    • Domenica 8 giugno: dalle 7:00 alle 23:00
    • Lunedì 9 giugno: dalle 7:00 alle 15:00

    👉 Quindi oggi si può votare fino alle ore 15:00, dopodiché inizierà lo spoglio dei voti e la pubblicazione dei risultati del referendum 2025.


    📊 Dati affluenza Referendum 2025 (aggiornamenti)

    Ecco l’andamento dell’affluenza alle urne (dati provvisori):

    OrarioPercentuale nazionale
    Ore 12 (8 giugno)10,3%
    Ore 19 (8 giugno)28,7%
    Ore 23 (8 giugno)36,5%
    Ore 12 (9 giugno)47,2%
    Ore 15 (chiusura)in aggiornamento 🔄

    La soglia di validità (quorum) per il referendum è il 50% + 1 degli aventi diritto al voto.

    In Italia nel 2025, gli aventi diritto al voto sono circa 48,3 milioni di cittadini. Il quorum, quindi, si raggiunge solo con almeno 24,15 milioni di votanti.


    🧩 Quorum Referendum 2025: è stato raggiunto?

    Ad ora, non è ancora ufficiale se il quorum del referendum 8–9 giugno 2025 sia stato raggiunto. Secondo i primi dati, la soglia potrebbe essere sfiorata ma non superata, specie nelle regioni del Sud, dove l’affluenza storicamente cala.

    Per questo motivo, le prossime ore saranno decisive per comprendere se il voto sarà effettivamente valido.


    🏭 Perché questo referendum interessa il mondo industriale?

    Al centro del referendum ci sono norme legate all’energia e alla fiscalità ambientale, con impatti diretti su:

    • incentivi per impianti fotovoltaici in ambito industriale,
    • autorizzazioni per impianti ad alta intensità energetica,
    • semplificazioni per progetti legati alla Transizione 5.0.

    Molte imprese manifatturiere, in particolare nei settori chimico, metalmeccanico, automotive ed energy tech, stanno seguendo con attenzione l’esito.

    Un’alta affluenza al voto potrebbe dare un segnale politico chiaro: la sostenibilità industriale e l’efficienza energetica non sono più rinviabili.


    🗳️ Risultati referendum 2025: quando e dove consultarli

    I risultati ufficiali del referendum saranno resi disponibili:

    • sul sito del Ministero dell’Interno (Eligendo)
    • tramite i principali media nazionali (ANSA, Rai, Il Sole 24 Ore)
    • con aggiornamenti in diretta sui social istituzionali

    Gli exit poll sul referendum 2025 indicano un risultato molto equilibrato tra favorevoli e contrari, ma solo lo spoglio potrà confermarlo.


    📈 Impatto sul Piano Transizione 5.0 e sull’industria

    Se il referendum sarà valido e i “Sì” vinceranno, alcune agevolazioni attualmente previste per gli investimenti industriali potrebbero essere modificate o annullate.

    Se invece prevarrà il “No” o il quorum non verrà raggiunto:

    • resteranno in vigore le norme attuali su energia, crediti d’imposta e permessi ambientali,
    • il Piano Transizione 5.0 non subirà variazioni strutturali nel breve periodo.

    In entrambi i casi, si prevede un forte effetto mediatico e politico, con impatto su bandi regionali e finanziamenti europei, soprattutto PNRR e REPowerEU.


    ✅ Conclusione

    L’affluenza al referendum 2025 è l’indicatore chiave da monitorare, sia per validare il risultato che per comprendere l’umore del Paese su temi industriali e ambientali.

    Imprese e consulenti devono restare aggiornati non solo sull’esito, ma anche sulle eventuali conseguenze legislative: alcune norme chiave potrebbero cambiare già entro l’estate.


    💼 Vuoi una lettura personalizzata per la tua azienda?

    GV Consulting analizza per te l’impatto potenziale delle riforme derivanti dal referendum, soprattutto in ambito Industria 5.0, credito d’imposta, energia e compliance ambientale.

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  • Proroga Transizione 5.0 al 2026: Cosa sappiamo a giugno 2025?
    ❓ L’Industria 5.0 è stata prorogata al 2026?

    Ad oggi, giugno 2025, non esiste ancora nessuna conferma ufficiale sull’estensione del piano Transizione 5.0 al 2026.

    Tuttavia, voci autorevoli e fonti informali raccolte da associazioni di categoria e operatori del settore indicano una possibilità concreta di proroga, soprattutto considerando:

    • i ritardi nell’implementazione dei bandi operativi,
    • le difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese,
    • la pressione crescente delle Regioni (in particolare Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) per estendere i tempi.
    📅 Quali sono le scadenze attuali?

    Secondo le regole in vigore oggi, il Piano Transizione 5.0 prevede che:
    le spese devono essere sostenute entro il 31 dicembre 2025,
    i beni strumentali devono essere consegnati e messi in funzione entro tale data,
    per alcuni casi può valere una “prenotazione” entro il 2024, con consegna entro fine 2025, ma non oltre.

    🔍 Perché si parla di proroga al 2026?

    La proroga della Transizione 5.0 al 2026 è un tema sempre più centrale per imprese e consulenti. Ecco i motivi principali per cui si spinge in questa direzione:

    • Tempi tecnici troppo stretti: molte imprese non sono riuscite ad accedere ai fondi entro il primo semestre 2025.
    • Misura complessa: il meccanismo di accesso è più articolato rispetto all’Industria 4.0 (serve dimostrare il risparmio energetico).
    • Elezioni regionali e pressione politica: con l’avvicinarsi delle scadenze elettorali, si ipotizza che il Governo possa approvare una proroga per dare respiro al sistema produttivo.
    • Scarsa efficacia nei primi mesi: i primi dati sul tasso di utilizzo delle risorse non sono incoraggianti.

    🗣️ Le ultime dichiarazioni ufficiali

    Nessun ministro ha ancora annunciato ufficialmente una proroga.
    Tuttavia, secondo indiscrezioni circolate a fine maggio tra ambienti vicini al MIMIT e al MEF, si starebbe valutando una possibile estensione delle scadenze, da inserire nella prossima Legge di Bilancio o in un decreto estivo.


    🌍 Focus geografico: la Lombardia guida il dibattito

    Secondo i dati di Google Trends, le ricerche legate a “Industria 5.0 proroga” stanno avendo un boom soprattutto in Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna.
    Questo conferma che il tema è particolarmente sentito nelle regioni a forte vocazione manifatturiera.


    ⚠️ Cosa fare in attesa della proroga?

    Anche se la proroga non è ancora ufficiale, le aziende non devono fermarsi:

    1. Verificare subito se i progetti in corso rientrano nei requisiti del Piano 5.0.
    2. Contattare un consulente esperto per pianificare al meglio gli investimenti e anticipare la documentazione necessaria.
    3. Valutare strumenti di efficienza energetica e software per la tracciabilità, che saranno centrali anche nel 2026 se la proroga verrà confermata.

    👷 Chi può supportarti?

    🔧 GV Consulting, con anni di esperienza nel settore metalmeccanico e una verticalizzazione su ERP e industria 4.0/5.0, è pronta a supportare le imprese nella pianificazione strategica anche in vista di una possibile proroga. Non serve aspettare l’ufficialità: essere pronti prima degli altri è già un vantaggio competitivo.

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    📝 Conclusione

    La proroga dell’Industria 5.0 al 2026 non è ancora ufficiale, ma tutto lascia pensare che si stia andando in quella direzione.
    Nel frattempo, le imprese devono continuare a investire con consapevolezza, adottando strumenti e tecnologie idonee per accedere agli incentivi esistenti.


  • Referendum 8-9 Giugno 2025: cosa cambia per il mondo delle imprese se vince il Sì

    L’8 e 9 giugno 2025 si voterà in tutta Italia per cinque referendum abrogativi su temi che toccano da vicino il lavoro, la sicurezza e la cittadinanza. Le implicazioni per le imprese, in particolare nel comparto industriale, metalmeccanico e manifatturiero, possono essere significative.

    In questo articolo analizziamo, in modo tecnico e neutrale, cosa potrebbe cambiare per aziende, imprenditori e responsabili HR in caso di vittoria del Sì.


    📌 I 5 quesiti referendari in sintesi

    🟢 1. Reintegro dopo licenziamento illegittimo

    Quesito: Abrogazione del Decreto Legislativo 23/2015 (Jobs Act) per ripristinare parzialmente l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

    Se vince il Sì: anche i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 nelle aziende con più di 15 dipendenti potrebbero ottenere il reintegro, non solo un’indennità economica.
    🔧 Impatto sulle imprese: cambia la gestione del rischio legale nei licenziamenti. Maggiore attenzione sarà richiesta nel documentare le cause.


    🟠 2. Tetto alle indennità per licenziamenti illegittimi

    Quesito: Eliminazione del tetto massimo (6/14 mensilità) per le indennità nelle piccole imprese.

    Se vince il Sì: il giudice potrà definire un indennizzo anche superiore, caso per caso.
    🔧 Impatto sulle imprese: potenziale aumento del contenzioso e delle passività legali.


    ⚪ 3. Contratti a termine: obbligo di causale

    Quesito: Abrogazione dell’art. 19 del D.Lgs. 81/2015 che consente contratti a termine fino a 12 mesi senza causale.

    Se vince il Sì: sarà obbligatorio indicare la causale fin dal primo giorno, anche per contratti brevi.
    🔧 Impatto sulle imprese: minore flessibilità nell’utilizzo di personale temporaneo. Le PMI dovranno rivedere strategie di assunzione.


    🔴 4. Appalti e responsabilità solidale

    Quesito: Estensione della responsabilità dell’impresa committente per infortuni legati anche ai rischi specifici delle appaltatrici.

    Se vince il Sì: il committente sarà corresponsabile in caso di infortuni sul lavoro, anche per attività affidate in subappalto.
    🔧 Impatto sulle imprese: aumentano le responsabilità in tema di sicurezza e formazione. Rischio di stop nei cantieri o nei reparti produttivi se non adeguatamente pianificato.


    🟡 5. Cittadinanza italiana: dimezzamento dei tempi

    Quesito: Abrogazione del requisito dei 10 anni di residenza legale continuativa per ottenere la cittadinanza italiana.

    Se vince il Sì: il tempo richiesto scenderebbe a 5 anni.
    🔧 Impatto sulle imprese: potenziale maggiore inclusione lavorativa per manodopera straniera qualificata, soprattutto nei settori in cui la carenza di personale è un problema strutturale.


    🏭 Perché questi referendum interessano anche il mondo dell’industria?

    Molte aziende del settore metalmeccanico e manifatturiero operano in contesti dove:

    • la gestione del personale segue contratti a termine o stagionali
    • la sicurezza sul lavoro è un aspetto critico e soggetto a responsabilità legale
    • le dinamiche di appalto/subappalto sono quotidiane
    • si impiegano lavoratori extracomunitari in modo stabile

    Inoltre, chi pianifica investimenti 4.0 e 5.0 deve tenere conto del costo del lavoro, della flessibilità occupazionale e della compliance normativa.


    🧭 Cosa devono fare le imprese oggi?

    • Monitorare con attenzione l’evoluzione del dibattito
    • Valutare impatti legali e gestionali con i propri consulenti del lavoro
    • Prepararsi a scenari diversi sul fronte HR e sicurezza
    • Mantenere la documentazione aziendale aggiornata (DVR, contratti, policy interne)

    📌 Una nota importante: il quorum

    Il risultato dei referendum sarà valido solo se voterà almeno il 50% + 1 degli aventi diritto. Questo potrebbe condizionare l’effettiva entrata in vigore delle modifiche.


    🤝 Chi può aiutarti ad affrontare i cambiamenti?

    Sebbene questo tema esuli dalla Transizione 5.0 in senso stretto, GV Consulting monitora ogni evoluzione normativa che impatta direttamente sulla competitività delle imprese italiane.

    Dal gestionale ERP alla consulenza per l’efficienza produttiva, offriamo soluzioni su misura per le aziende del settore metalmeccanico, anche in tempi di grande incertezza normativa.


    🔎 FAQ rapide

    📌 Il referendum è obbligatorio per le imprese?

    No, ma i suoi effetti ricadranno direttamente su normativa, responsabilità e gestione del personale.

    📌 È già deciso cosa succederà?

    No. Serve il raggiungimento del quorum e la vittoria del Sì (50%+1). Gli scenari sono ancora aperti.

    📌 La mia azienda deve cambiare qualcosa ora?

    Meglio prepararsi in anticipo, soprattutto per quanto riguarda HR, appalti e contratti a termine.


  • Pinze Amperometriche: L’Importanza della Certificazione MID e della Tracciabilità per la Transizione 5.0

    Nel quadro della Transizione 4.0 e 5.0, uno degli aspetti fondamentali per l’accesso agli incentivi fiscali riguarda la misurazione dei consumi energetici in modo conforme alle normative vigenti. In questo contesto, l’utilizzo di pinze amperometriche certificate MID si rivela non solo consigliabile, ma spesso indispensabile.

    🔧 Le pinze amperometriche devono essere certificate MID per accedere agli incentivi Industria 4.0 o 5.0?

    Sì. La certificazione MID è fondamentale per garantire che le misure siano conformi ai requisiti legali e fiscali richiesti per gli incentivi.

    🔐 È vero che le pinze MID devono essere piombate e non riconfigurabili?

    Corretto. Le pinze devono essere piombate per evitare manomissioni e i loro parametri non devono poter essere modificati dopo la prima configurazione, come previsto dalla direttiva MID.

    🗃️ I dati energetici devono essere conservati per 5 anni?

    Sì. Non è sufficiente misurare: è necessario conservare i dati per almeno 5 anni in formato consultabile, per eventuali controlli da parte delle autorità.

    📊 Serve un software specifico per conservare i dati energetici?

    Assolutamente. Sistemi come SYNX sono progettati per integrare le pinze MID e salvare i dati in modo conforme e auditabile.

    🏭 GV Consulting può aiutarmi a rendere il mio impianto conforme?

    Sì. Offriamo consulenza tecnica su misura, dalla scelta degli strumenti alla configurazione del sistema di monitoraggio, fino alla produzione dei report utili per perizie e controlli.

    🔍 Che cos’è la Certificazione MID?

    La direttiva europea MID 2014/32/UE (Measuring Instruments Directive) stabilisce i requisiti di accuratezza, integrità e sicurezza per gli strumenti di misura destinati a usi legali e fiscali. Una pinza amperometrica conforme alla direttiva MID è:

    • ✅ Certificata per usi legali e fiscali;
    • ✅ Sottoposta a controlli metrologici e verifiche ispettive;
    • ✅ Progettata per garantire inalterabilità delle misure nel tempo;
    • ✅ Idonea a essere utilizzata in sistemi di monitoraggio energetico legati a incentivi pubblici (Industria 4.0 e 5.0).

    🔐 Requisiti Tecnici: Piombatura e Blocco Configurazioni

    Un aspetto spesso trascurato ma di cruciale importanza riguarda l’integrità dell’hardware. Secondo la direttiva MID:

    • Le pinze devono essere piombate fisicamente, impedendo qualsiasi manomissione successiva alla taratura;
    • Devono prevedere menù di configurazione unidirezionali: una volta effettuata la prima impostazione (es. corrente nominale, fattore di scala), le impostazioni devono essere bloccate e non modificabili.

    Questi vincoli sono indispensabili per garantire la tracciabilità e la validità legale delle misurazioni nel tempo, evitando il rischio che i dati vengano alterati intenzionalmente o per errore.


    🗃️ Obbligo di Conservazione Dati: 5 Anni

    Nel contesto dell’Industria 5.0, i progetti agevolati devono essere verificabili e auditabili nel tempo. Questo implica che i dati energetici rilevati (e non lo strumento stesso) debbano essere memorizzati per almeno 5 anni in formato leggibile e accessibile.

    La sola pinza non è sufficiente. Serve un sistema software integrato che garantisca:

    • Archiviazione strutturata e cronologica;
    • Immutabilità del dato;
    • Consultabilità da parte di auditor e periti tecnici.

    💻 Il ruolo dei software: esempio SYNX

    Il software sinottico SYNX di GV Consulting SRL consente di monitorare i consumi energetici nelle fasi di **prelettura, ex-ante ed ex-post** dell'analisi di efficientamento 5.0.

    Soluzioni di monitoraggio come SYNX permettono di:

    • Collegare pinze MID a gateway IoT;
    • Registrare e conservare dati energetici per almeno 5 anni;
    • Fornire report conformi per le certificazioni e gli audit;
    • Rendere disponibile lo storico in qualsiasi momento, anche in cloud.

    Solo attraverso l’integrazione tra hardware certificato e software conforme è possibile accedere agli incentivi senza rischi di invalidazione o contestazione.


    ⚠️ Errori comuni: strumenti non certificati o modificabili

    Molte aziende utilizzano pinze non certificate MID o configurabili anche dopo l’installazione. In un contesto normativo sempre più stringente, questo approccio è rischioso e può compromettere l’intero investimento.

    Le autorità competenti (Agenzia delle Entrate, GSE, periti accreditati) possono invalidare l’agevolazione in caso di:

    • Strumenti non certificati;
    • Dati non tracciati o conservati;
    • Report non in linea con la normativa.

    🧭 GV Consulting: Supporto Tecnico per la Conformità

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    GV Consulting supporta le aziende metalmeccaniche e manifatturiere nella configurazione di sistemi di monitoraggio energetico in linea con i requisiti previsti dal PNRR e dai decreti transizione 4.0 e 5.0.

    I nostri servizi comprendono:


    📌 Conclusione

    In sintesi, per una misurazione energetica fiscalmente riconosciuta, è essenziale disporre di:

    • Pinze amperometriche certificate MID, piombate e non riconfigurabili;
    • Sistemi software in grado di registrare e conservare i dati per almeno 5 anni;
    • Una strategia di gestione del dato energetico conforme alle normative di riferimento.

    Per l’Industria 5.0, misurare non basta. Serve misurare con metodo, rigore e strumenti idonei.