L’industria 4.0 è conclusa,
gli incentivi no.

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Lo stato italiano ha apposto un plafond massimo di € 2.2 Mlrd, da richiedere entro il 2026. Perché lasciarli sfuggire? Contattaci, GV Consulting è l’azienda italiana leader nel settore accesso incentivi 5.0.

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  • Proroga 5.0: cosa può cambiare con la Legge di Bilancio 2026

    La domanda che oggi si pongono molte imprese è una sola: ci sarà davvero una proroga della Transizione 5.0?
    Con la fine del 2025 ormai alle porte e la prossima Legge di Bilancio 2026 in lavorazione, il futuro degli incentivi alle imprese italiane è più che mai al centro del dibattito.

    Molte misure chiave – tra cui i crediti d’imposta Industria 4.0 e Transizione 5.0, insieme agli incentivi per le Zone Economiche Speciali (ZES) – sono infatti in scadenza il 31 dicembre 2025. La proroga o meno di questi strumenti determinerà la possibilità per le imprese di continuare a investire con una leva fiscale significativa.


    Verso una proroga 5.0: cosa si sta discutendo

    Sul tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy c’è un’ipotesi forte: superare la divisione tra 4.0 e 5.0 e arrivare a un unico credito d’imposta che copra sia progetti di digitalizzazione sia progetti di sostenibilità energetica.

    Questo accorpamento avrebbe due effetti principali:

    • semplificazione degli obblighi rispetto all’attuale 5.0 (ad esempio con minori vincoli sul principio DNSH),
    • estensione della platea delle imprese beneficiarie, includendo comparti energivori finora rimasti penalizzati.

    Si parla inoltre di una possibile premialità aggiuntiva per i progetti che riescono a coniugare entrambe le dimensioni – quella digitale e quella green – la cosiddetta “twin transition”.

    👉 In sintesi: la proroga Transizione 5.0 non sarebbe una semplice estensione di scadenze, ma una riformulazione profonda degli incentivi, con regole nuove e una durata potenzialmente più lunga.


    Proroga 5.0 o stop definitivo?

    Ad oggi, la normativa prevede che senza interventi legislativi i fondi 5.0 e 4.0 si chiudano con il 2025.
    Il rischio concreto è che molte imprese, già in ritardo sulla pianificazione degli investimenti, restino escluse da opportunità di finanziamento mai così vantaggiose.

    SCADENZE:

CONSEGNA MACCHINARI: 
31 dicembre 2025
CARICAMENTO PERIZIE: 
28 febbraio 2026

    È anche per questo che cresce la pressione da parte delle associazioni di categoria, che chiedono una proroga industria 5.0 fino al 2026 (o oltre), evitando una brusca interruzione delle agevolazioni.


    Non solo 5.0: gli altri incentivi in scadenza

    Oltre alla proroga Transizione 5.0, la Legge di Bilancio 2026 dovrà decidere il destino di altre misure strategiche:

    • Fondo di Garanzia PMI: l’estensione di un anno richiederebbe circa 2,3 miliardi di euro, con la possibilità di attingere a fondi residui degli anni Covid ed energia.
    • Proroga ZES Unica: il credito d’imposta per gli investimenti al Sud vale oltre 2,2 miliardi solo per il 2025; in discussione c’è anche l’inclusione di Umbria e Marche.
    • Decontribuzione per assunzioni al Sud: possibile rinnovo per un anno con un budget di circa 590 milioni.
    • Innovazione e design: probabile prolungamento degli incentivi legati a innovazione tecnologica, green e creatività.

    Perché la proroga Transizione 5.0 è cruciale

    La Transizione 5.0 ha messo sul piatto 6,3 miliardi di euro, ma finora ne sono stati utilizzati poco più di 1,6. Senza un allungamento dei tempi o un riassetto della misura, oltre la metà delle risorse rischia di rimanere inutilizzata.

    Una immagine che rappresenta a sinistra una foresta e sulla destra una industria che inquina

    Ecco perché la proroga 5.0 2026 non è solo probabile, ma necessaria.
    Il vero nodo è capire in quale forma: un’estensione “tecnica” di pochi mesi (la famosa “proroghina”), oppure una riforma organica con incentivi più snelli e un respiro pluriennale.


    Conclusione: cosa aspettarsi

    La proroga industria 5.0 sarà uno dei punti più caldi della prossima Legge di Bilancio.
    Per le imprese la lezione è chiara: non aspettare l’ultimo minuto. Pianificare gli investimenti ora significa essere pronti a cogliere i benefici, qualunque sia la configurazione finale della misura.

    Chi rimanda rischia di restare fuori, perché – proroga o non proroga – la finestra agevolativa non sarà infinita.


  • Completamento vs Entrata in esercizio negli investimenti fotovoltaici

    Il DM 24 luglio 2024, che disciplina l’accesso agli incentivi fiscali della Transizione 5.0, ha introdotto una distinzione che molte imprese stanno sottovalutando e che rischia di compromettere l’ottenimento del credito d’imposta.

    Il decreto differenzia chiaramente tra:

    • Completamento dell’investimento fotovoltaico: il momento in cui l’investimento viene considerato fiscalmente concluso.
    • Entrata in esercizio dell’impianto: il momento in cui l’impianto inizia a produrre energia.

    Questa differenza non è solo formale, ma può avere conseguenze dirette sull’ammissibilità agli incentivi.


    Cosa si intende per “completamento”

    Secondo il DM 24 luglio 2024, il completamento dell’investimento non coincide semplicemente con l’ultimazione fisica dei lavori di installazione.
    È infatti subordinato anche alla comunicazione obbligatoria al gestore di rete secondo le procedure definite da ARERA.

    👉 In altre parole, un impianto fisicamente terminato non è considerato fiscalmente completato se non è stata inoltrata e registrata la comunicazione al gestore di rete competente.


    Entrata in esercizio: un passaggio distinto

    Diverso è il concetto di entrata in esercizio, che riguarda l’effettiva connessione e avvio della produzione di energia da parte dell’impianto.
    Questa fase può avvenire anche dopo il completamento, ma non è rilevante per la maturazione del credito d’imposta.

    L’elemento discriminante rimane quindi la data della comunicazione al gestore di rete, e non quella dell’avvio produttivo.


    I rischi per le imprese

    Molte aziende, nella pianificazione dei loro investimenti in fotovoltaico agevolati dal Piano Transizione 5.0, si concentrano sull’installazione e sull’avvio dell’impianto, trascurando la formalizzazione amministrativa.

    I rischi concreti sono:

    • Investimento fiscalmente “incompleto”: senza comunicazione al gestore, l’impianto non risulta validamente completato ai fini 5.0.
    • Contestazioni in sede di controllo: l’Agenzia delle Entrate può negare totalmente il credito d’imposta.
    • Perdita di tempo e risorse: un progetto formalmente non concluso blocca la possibilità di beneficiare della misura.

    Un cambio di approccio necessario

    Questa novità normativa richiede un ripensamento della gestione dei progetti fotovoltaici:

    • La sequenza operativa deve includere, come passaggio obbligato, la comunicazione ad ARERA e al gestore territoriale.
    • I consulenti e i progettisti devono coordinare non solo l’installazione, ma anche gli adempimenti documentali.
    • Le imprese devono pianificare con anticipo, evitando di concentrare tutte le attività a ridosso delle scadenze.

    La distinzione introdotta dal DM 24 luglio 2024 tra completamento ed entrata in esercizio degli impianti fotovoltaici non è un dettaglio tecnico, ma un punto critico che può determinare la perdita totale del beneficio fiscale.

    Per non correre rischi, è indispensabile adottare un approccio integrato:

    • tecnico (installazione e collaudo),
    • normativo (comunicazioni ARERA),
    • fiscale (documentazione per il credito d’imposta).

    Solo così gli investimenti in autoproduzione energetica rinnovabile potranno essere davvero valorizzati all’interno della Transizione 5.0.


  • Proroga 5.0: l’estensione ad aprile 2026 è in discussione

    La domanda che molti imprenditori si pongono in questi mesi è semplice: ci sarà davvero una proroga della Transizione 5.0?
    Un dubbio che pesa sulle scelte di investimento e che riguarda migliaia di aziende italiane.Proroga 5.0: ci sarà davvero una proroga della Transizione 5.0 fino al 2026? Scopri cosa cambia, le nuove scadenze e perché conviene agire subito.

    Oggi la scadenza ufficiale resta fissata al 31 dicembre 2025, ma sul tavolo della Commissione europea è stata discussa una possibile mini proroga di quattro mesi, che porterebbe la chiusura dei progetti ad aprile 2026. Una notizia importante, ma non ancora definitiva.


    Proroga Transizione 5.0: la situazione aggiornata

    Ad oggi (settembre 2025):

    • La scadenza rimane il 31 dicembre 2025.
    • È in discussione una proroga di 4 mesi (fino ad aprile 2026), ma non c’è ancora un decreto ufficiale.
    • Senza una proroga certa, molte aziende rischiano di rimandare decisioni strategiche e perdere i benefici fiscali.

    In altre parole: la proroga Industria 5.0 non è garantita. E anche se arrivasse, sarebbe breve. Non si parla infatti di un’estensione al 2026 completo, ma solo di una “proroghina” tecnica fino all’aprile 2026.


    Transizione 5.0: un’opportunità ancora poco sfruttata

    Il piano Industria 5.0, ribattezzato “Transizione 5.0”, mette a disposizione 6,3 miliardi di euro del PNRR per sostenere investimenti in beni strumentali 4.0 che garantiscano anche un efficientamento energetico significativo e misurabile.

    Le imprese che rispettano i requisiti possono ottenere un credito d’imposta fino al 45% dell’investimento, con aliquote ancora più alte in determinati casi.

    Eppure, nonostante la convenienza, i numeri parlano chiaro: se il trend attuale non cambia, alla scadenza del 2025 sarà utilizzata meno della metà delle risorse disponibili.


    Perché non conviene aspettare la proroga 5.0

    Molti imprenditori stanno commettendo l’errore di aspettare notizie certe prima di agire. Ma in un contesto come questo, il tempo è la risorsa più preziosa.

    • Gli iter autorizzativi e le perizie richiedono mesi. Partire tardi significa rischiare di non rispettare le scadenze, anche in caso di proroga.
    • I fornitori di macchinari e impianti stanno già segnalando tempi di consegna lunghi.
    • Le aziende che si muovono per tempo avranno più margini per pianificare investimenti e beneficiare appieno degli incentivi.

    Industria 5.0: guardando al 2026

    Se la proroga 5.0 2026 dovesse arrivare, riguarderà solo la conclusione dei progetti già avviati entro il 2025.
    Questo significa che senza un ordine o un investimento registrato entro dicembre 2025, le imprese rischiano di restare escluse.

    In altre parole: la finestra temporale per agire è ora.


    Conclusione: agire subito, non aspettare

    La Transizione 5.0 rimane una delle misure più interessanti del panorama italiano delle agevolazioni.
    Ma l’incertezza normativa e i tempi tecnici giocano contro chi decide di rimandare.

    Che ci sia o meno una proroga della 5.0, il messaggio è chiaro:
    ➡️ iniziare oggi significa garantirsi domani l’accesso a un credito d’imposta fino al 45%.
    Chi aspetta, rischia di restare fuori.


  • Proroga 5.0: nessuna conferma ufficiale, ma arrivano aggiornamenti sulla piattaforma

    Tutti si chiedono: ci sarà la proroga del Piano Transizione 5.0?
    Ad oggi non esiste ancora un annuncio ufficiale. Le imprese restano in attesa, mentre il Governo e la Commissione Europea discutono una possibile estensione della misura.

    Nel frattempo, il 7 agosto 2025 il portale Transizione 5.0 ha ricevuto un aggiornamento tecnico. Le nuove funzioni rendono la piattaforma più flessibile e veloce per la gestione delle pratiche.


    🔹 Cosa cambia con l’aggiornamento del 7 agosto

    Il portale è rimasto offline due ore, dalle 12:00 alle 14:00. Dopo l’intervento sono state introdotte cinque novità operative:

    1. Beneficiari estesi
      Ora anche le ESCo possono risultare come beneficiarie del credito d’imposta.
    2. Cumulo agevolazioni
      Le imprese possono dichiarare il cumulo con altri incentivi già richiesti o in fase di richiesta.
    3. Sostituzione beni materiali
      È possibile sostituire un bene dell’Allegato A con un equipollente già ammortizzato da almeno 24 mesi.
    4. Autodichiarazione sotto i 300.000 €
      Per spese inferiori a questa soglia, il legale rappresentante può firmare una dichiarazione al posto della perizia asseverata.
    5. Impianti termici aggiornati
      L’elenco ora comprende anche “Energia termica da fonte geotermica, acqua/acqua e acqua/aria”. Restano invariati i massimali.

    🔹 Proroga 5.0: lo stato attuale

    Al momento, la proroga 5.0 non è stata approvata.
    La scadenza ufficiale rimane il 31 dicembre 2025, data entro la quale i progetti devono essere conclusi e i beni consegnati in azienda. Le imprese avranno poi tempo fino al 28 febbraio 2026 per comunicare il completamento al GSE.

    Le associazioni di categoria continuano a spingere per una proroga, evidenziando che:

    • ad oggi sono stati utilizzati solo 1,6 miliardi dei 6,23 stanziati dal PNRR;
    • circa 3 miliardi risultano ancora disponibili e potenzialmente riprogrammabili;
    • molti progetti sono in fase di valutazione e rischiano di non rientrare nei tempi previsti.

    🔹 Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

    Il Governo discute ancora con la Commissione Europea su tempi e modalità. Una proroga 5.0 rimane possibile, ma non è certa.
    Chi vuole sfruttare l’agevolazione deve quindi muoversi subito, senza attendere decisioni future.

    👉 Noi di GV Consulting supportiamo le aziende in ogni fase: dalla verifica dei requisiti alla presentazione delle pratiche, fino alla scelta di soluzioni software come SYNX ENERGY, perfettamente compatibile con i requisiti del Piano Transizione 5.0.