L’industria 4.0 è conclusa,
gli incentivi no.

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Lo stato italiano ha apposto un plafond massimo di € 2.2 Mlrd, da richiedere entro il 2026. Perché lasciarli sfuggire? Contattaci, GV Consulting è l’azienda italiana leader nel settore accesso incentivi 5.0.

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  • Completamento vs Entrata in esercizio negli investimenti fotovoltaici

    Il DM 24 luglio 2024, che disciplina l’accesso agli incentivi fiscali della Transizione 5.0, ha introdotto una distinzione che molte imprese stanno sottovalutando e che rischia di compromettere l’ottenimento del credito d’imposta.

    Il decreto differenzia chiaramente tra:

    • Completamento dell’investimento fotovoltaico: il momento in cui l’investimento viene considerato fiscalmente concluso.
    • Entrata in esercizio dell’impianto: il momento in cui l’impianto inizia a produrre energia.

    Questa differenza non è solo formale, ma può avere conseguenze dirette sull’ammissibilità agli incentivi.


    Cosa si intende per “completamento”

    Secondo il DM 24 luglio 2024, il completamento dell’investimento non coincide semplicemente con l’ultimazione fisica dei lavori di installazione.
    È infatti subordinato anche alla comunicazione obbligatoria al gestore di rete secondo le procedure definite da ARERA.

    👉 In altre parole, un impianto fisicamente terminato non è considerato fiscalmente completato se non è stata inoltrata e registrata la comunicazione al gestore di rete competente.


    Entrata in esercizio: un passaggio distinto

    Diverso è il concetto di entrata in esercizio, che riguarda l’effettiva connessione e avvio della produzione di energia da parte dell’impianto.
    Questa fase può avvenire anche dopo il completamento, ma non è rilevante per la maturazione del credito d’imposta.

    L’elemento discriminante rimane quindi la data della comunicazione al gestore di rete, e non quella dell’avvio produttivo.


    I rischi per le imprese

    Molte aziende, nella pianificazione dei loro investimenti in fotovoltaico agevolati dal Piano Transizione 5.0, si concentrano sull’installazione e sull’avvio dell’impianto, trascurando la formalizzazione amministrativa.

    I rischi concreti sono:

    • Investimento fiscalmente “incompleto”: senza comunicazione al gestore, l’impianto non risulta validamente completato ai fini 5.0.
    • Contestazioni in sede di controllo: l’Agenzia delle Entrate può negare totalmente il credito d’imposta.
    • Perdita di tempo e risorse: un progetto formalmente non concluso blocca la possibilità di beneficiare della misura.

    Un cambio di approccio necessario

    Questa novità normativa richiede un ripensamento della gestione dei progetti fotovoltaici:

    • La sequenza operativa deve includere, come passaggio obbligato, la comunicazione ad ARERA e al gestore territoriale.
    • I consulenti e i progettisti devono coordinare non solo l’installazione, ma anche gli adempimenti documentali.
    • Le imprese devono pianificare con anticipo, evitando di concentrare tutte le attività a ridosso delle scadenze.

    La distinzione introdotta dal DM 24 luglio 2024 tra completamento ed entrata in esercizio degli impianti fotovoltaici non è un dettaglio tecnico, ma un punto critico che può determinare la perdita totale del beneficio fiscale.

    Per non correre rischi, è indispensabile adottare un approccio integrato:

    • tecnico (installazione e collaudo),
    • normativo (comunicazioni ARERA),
    • fiscale (documentazione per il credito d’imposta).

    Solo così gli investimenti in autoproduzione energetica rinnovabile potranno essere davvero valorizzati all’interno della Transizione 5.0.


  • Proroga 5.0: l’estensione ad aprile 2026 è in discussione

    La domanda che molti imprenditori si pongono in questi mesi è semplice: ci sarà davvero una proroga della Transizione 5.0?
    Un dubbio che pesa sulle scelte di investimento e che riguarda migliaia di aziende italiane.Proroga 5.0: ci sarà davvero una proroga della Transizione 5.0 fino al 2026? Scopri cosa cambia, le nuove scadenze e perché conviene agire subito.

    Oggi la scadenza ufficiale resta fissata al 31 dicembre 2025, ma sul tavolo della Commissione europea è stata discussa una possibile mini proroga di quattro mesi, che porterebbe la chiusura dei progetti ad aprile 2026. Una notizia importante, ma non ancora definitiva.


    Proroga Transizione 5.0: la situazione aggiornata

    Ad oggi (settembre 2025):

    • La scadenza rimane il 31 dicembre 2025.
    • È in discussione una proroga di 4 mesi (fino ad aprile 2026), ma non c’è ancora un decreto ufficiale.
    • Senza una proroga certa, molte aziende rischiano di rimandare decisioni strategiche e perdere i benefici fiscali.

    In altre parole: la proroga Industria 5.0 non è garantita. E anche se arrivasse, sarebbe breve. Non si parla infatti di un’estensione al 2026 completo, ma solo di una “proroghina” tecnica fino all’aprile 2026.


    Transizione 5.0: un’opportunità ancora poco sfruttata

    Il piano Industria 5.0, ribattezzato “Transizione 5.0”, mette a disposizione 6,3 miliardi di euro del PNRR per sostenere investimenti in beni strumentali 4.0 che garantiscano anche un efficientamento energetico significativo e misurabile.

    Le imprese che rispettano i requisiti possono ottenere un credito d’imposta fino al 45% dell’investimento, con aliquote ancora più alte in determinati casi.

    Eppure, nonostante la convenienza, i numeri parlano chiaro: se il trend attuale non cambia, alla scadenza del 2025 sarà utilizzata meno della metà delle risorse disponibili.


    Perché non conviene aspettare la proroga 5.0

    Molti imprenditori stanno commettendo l’errore di aspettare notizie certe prima di agire. Ma in un contesto come questo, il tempo è la risorsa più preziosa.

    • Gli iter autorizzativi e le perizie richiedono mesi. Partire tardi significa rischiare di non rispettare le scadenze, anche in caso di proroga.
    • I fornitori di macchinari e impianti stanno già segnalando tempi di consegna lunghi.
    • Le aziende che si muovono per tempo avranno più margini per pianificare investimenti e beneficiare appieno degli incentivi.

    Industria 5.0: guardando al 2026

    Se la proroga 5.0 2026 dovesse arrivare, riguarderà solo la conclusione dei progetti già avviati entro il 2025.
    Questo significa che senza un ordine o un investimento registrato entro dicembre 2025, le imprese rischiano di restare escluse.

    In altre parole: la finestra temporale per agire è ora.


    Conclusione: agire subito, non aspettare

    La Transizione 5.0 rimane una delle misure più interessanti del panorama italiano delle agevolazioni.
    Ma l’incertezza normativa e i tempi tecnici giocano contro chi decide di rimandare.

    Che ci sia o meno una proroga della 5.0, il messaggio è chiaro:
    ➡️ iniziare oggi significa garantirsi domani l’accesso a un credito d’imposta fino al 45%.
    Chi aspetta, rischia di restare fuori.


  • Proroga 5.0: nessuna conferma ufficiale, ma arrivano aggiornamenti sulla piattaforma

    Tutti si chiedono: ci sarà la proroga del Piano Transizione 5.0?
    Ad oggi non esiste ancora un annuncio ufficiale. Le imprese restano in attesa, mentre il Governo e la Commissione Europea discutono una possibile estensione della misura.

    Nel frattempo, il 7 agosto 2025 il portale Transizione 5.0 ha ricevuto un aggiornamento tecnico. Le nuove funzioni rendono la piattaforma più flessibile e veloce per la gestione delle pratiche.


    🔹 Cosa cambia con l’aggiornamento del 7 agosto

    Il portale è rimasto offline due ore, dalle 12:00 alle 14:00. Dopo l’intervento sono state introdotte cinque novità operative:

    1. Beneficiari estesi
      Ora anche le ESCo possono risultare come beneficiarie del credito d’imposta.
    2. Cumulo agevolazioni
      Le imprese possono dichiarare il cumulo con altri incentivi già richiesti o in fase di richiesta.
    3. Sostituzione beni materiali
      È possibile sostituire un bene dell’Allegato A con un equipollente già ammortizzato da almeno 24 mesi.
    4. Autodichiarazione sotto i 300.000 €
      Per spese inferiori a questa soglia, il legale rappresentante può firmare una dichiarazione al posto della perizia asseverata.
    5. Impianti termici aggiornati
      L’elenco ora comprende anche “Energia termica da fonte geotermica, acqua/acqua e acqua/aria”. Restano invariati i massimali.

    🔹 Proroga 5.0: lo stato attuale

    Al momento, la proroga 5.0 non è stata approvata.
    La scadenza ufficiale rimane il 31 dicembre 2025, data entro la quale i progetti devono essere conclusi e i beni consegnati in azienda. Le imprese avranno poi tempo fino al 28 febbraio 2026 per comunicare il completamento al GSE.

    Le associazioni di categoria continuano a spingere per una proroga, evidenziando che:

    • ad oggi sono stati utilizzati solo 1,6 miliardi dei 6,23 stanziati dal PNRR;
    • circa 3 miliardi risultano ancora disponibili e potenzialmente riprogrammabili;
    • molti progetti sono in fase di valutazione e rischiano di non rientrare nei tempi previsti.

    🔹 Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

    Il Governo discute ancora con la Commissione Europea su tempi e modalità. Una proroga 5.0 rimane possibile, ma non è certa.
    Chi vuole sfruttare l’agevolazione deve quindi muoversi subito, senza attendere decisioni future.

    👉 Noi di GV Consulting supportiamo le aziende in ogni fase: dalla verifica dei requisiti alla presentazione delle pratiche, fino alla scelta di soluzioni software come SYNX ENERGY, perfettamente compatibile con i requisiti del Piano Transizione 5.0.


  • Il Paradosso dei Dati nell’Industria 5.0 – Come Risolvere i Problemi di Raccolta di Dati

    L’industria 5.0 promette di trasformare il modo in cui le aziende produttive operano, ma spesso si incontra con un ostacolo invisibile: la mancanza di dati efficaci sul consumo energetico.

    Il monitoraggio dei consumi energetici è fondamentale per una produzione sostenibile e efficiente. Ma come raccogliere i dati necessari? Questo è dove entra in gioco il problema della raccolta dei dati energetici.

    Il Problema:

    La mancanza di dati efficaci sul consumo energetico è un problema comune nelle aziende produttive. I sistemi industriali generano enormi quantità di dati, ma spesso non è facile raccogliere e analizzare queste informazioni per prendere decisioni informate.

    Le aziende possono incontrare problemi come:

    • Inefficienze energetiche nascoste
    • Processi produttivi poco tracciabili
    • Difficoltà nella gestione dei flussi di dati

    Ma perché i tuoi competitor non falliscono a questo proposito?

    Scopri perché è obbligatorio usare pinze amperometriche certificate MID: requisiti tecnici, sicurezza dei dati e conformità normativa.

    Molte aziende sanno che la mancanza di dati efficaci sul consumo energetico è un problema, ma poche hanno le competenze interne o gli strumenti giusti per raccogliere e interpretare in modo efficace i flussi informativi necessari.

    Ecco dove entra in gioco il futuro del monitoraggio dei consumi:

    Il futuro dell’industria italiana passa da qui: non lasciarti sfuggire gli incentivi e la possibilità di innovare in modo sostenibile e competitivo. Segui le ultime novità sulle Transizione 5.0

    Incentivi per il Monitoraggio dei Consumi Energetici

    Il 2025 è un anno cruciale per le imprese che vogliono innovare e aumentare la sostenibilità produttiva. Gli incentivi per il monitoraggio dei consumi energetici si dividono principalmente in:

    Contributi a fondo perduto per l’acquisto di strumenti di monitoraggio Agevolazioni fiscali, come credito d’imposta fino al 45%, super-ammortamento e sgravi contributivi per assunzioni collegate a progetti di monitoraggio Spese ammissibili Strumenti di monitoraggio e analisi dei consumi energetici Formazione specialistica e consulenza tecnica

    Perché è fondamentale una consulenza esperta?

    I bandi richiedono spesso documentazione tecnica, asseverazioni e relazioni energetiche. Un supporto professionale aiuta a evitare errori formali e a massimizzare i benefici fiscali.

    Proroga Transizione 5.0 al 2026?

    Al momento non esistono conferme ufficiali sulla proroga della Transizione 5.0 al 2026, ma ci sono forti indicazioni e pressioni politiche per estendere i termini, soprattutto in regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

    interesse per regione di industria 5.0

    Cosa fare in attesa?

    Verificare subito la conformità dei progetti in corso Pianificare con un consulente esperto gli investimenti Valutare strumenti di monitoraggio e analisi dei consumi energetici da integrare nei processi produttivi

    Conclusione:

    Non aspettare conferme ufficiali per inviare la comunicazione preventiva. Aggiorna i tuoi progetti e tieni sotto controllo scadenze e documentazioni. Affidati a un esperto per una consulenza mirata e per sfruttare tutte le opportunità, anche in vista di possibili proroghe.